Le PMI Eccellenti… Caso 3

Cantina Sociale di Quistello

La Cantina Sociale di Quistello è nata nel 1928. Sono passati dunque 85 anni da quando un gruppo di viticoltori la costituì.

Ci piace però pensare che la nostra Cantina fonda le sue radici in una storia ben più antica. Una storia fatta tanto di contadini quanto di poeti. Una storia che rimanda a tempi davvero lontani!

La zona di produzione del Lambrusco Mantovano è infatti una zona di antichissime tradizioni viticole e gastronomiche e per trovare le prime tracce di “Labrusca” o “Lambrusca”, come erano inizialmente chiamati i vigneti da cui deriva il nostro vino, è necessario volgere lo sguardo al passato. A pochi km a sud est di Mantova, ad esempio, sorge un importante abitato etrusco del VI_IV sec a.C: il Parco Archeologico del Forcello. Il Forcello, che si trova nel Comune di Bagnolo San Vito, ha restituito una ricchezza e varietà di reperti davvero eccezionale. E tra questi non sono mancate preziosissime anfore da trasporto per vino. Questi ritrovamenti supportano la tesi secondo cui il vino locale fu a lungo oggetto di esportazione. La via marittima adriatica che giungendo dall’Egeo, sfruttava gli scali portuali di Adria e Spina, permetteva infatti di raggiungere in maniera abbastanza agevole la pianura padana, attraverso i percorsi fluviali.

La “Labrusca” fu conosciuta oltre che dagli Etruschi anche dai Romani. Alcuni precisi riferimenti di scrittori latini nelle loro opere possono essere considerati, in tal senso, dei preziosi documenti, sulla presenza di questo vitigno e su come esso fosse conosciuto anche dalla popolazione Romana.

E’ di quasi 2000 anni fa, ad esempio, la citazione della “Vitis Labrusca” nella quinta Bucolica del poeta mantovano Virgilio che fu, evidentemente, un testimone prezioso e diretto della presenza del vitigno lambrusco nel territorio mantovano!

A tutt’oggi non è possibile risalire con precisione a quando sia stata presa in considerazione la coltivazione della vite Labrusca nel modo in cui viene concepita nei giorni nostri!

Di certo la coltivazione della vite assume un valore fondamentale alla fine del secolo XI con i monaci benedettini nei territori dell’abbazia di Polirone a San Benedetto Po. I monaci stabilivano agli affittuari il pagamento di un tributo annuo (la preménda). L’economista Ugo Ruberti rese noto come i contadini, utilizzassero l’uva dei vigneti del Lambrusco per assicurarsi un vino di alta qualità molto apprezzato dai monaci per il gusto, il profumo ed anche il colore intenso. ( Del resto già Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia scrive “… la vitis vinifera le cui foglie, come quelle della vite Labrusca, diventano di colore sanguigno prima di cadere…”…)

A Ugo Ruberti, studioso quistellese, esperto d’agricoltura e viticoltura, si deve la scoperta del vigneto autoctono Grappello Ruberti. Testimonianze storiche di questo vitigno sono presenti dai primi del ’900, quando il famoso ampelografo Dal Masso dichiarò in un convegno del 1939 che per moltissimo tempo il Grappello Ruberti era stato l’unico vitigno coltivato in questa zona.

Nel 2013 il ministero dell’Agricoltura ha ufficialmente riconosciuto il Grappello Ruberti come vitigno la cui uvaautoctona “è diffusa soprattutto nell’Oltrepò mantovano e in particolare nell’area della Cantina sociale di Quistello”!

Così la Cantina Sociale di Quistello, racconta sé stessa e il suo prodotto principe, il Vino Lambrusco. Il vino è frutto della coltivazione e della raccolta delle uve nel raggio di 10 km da Quistello. A Quistello viene prodotto il 50% del vino Lambrusco Mantovano (60,000 quintali di uva, oltre 1 Milione di Bottiglie annue prodotte a Quistello).

La caratteristica di Marketing principale della Cantina di Quistello è la vendita diretta al pubblico (leva distribuiva). A livello internet non vi è un e-commerce per problemi di legislazione sul vino nel mondo, che impongono un contatto diretto via Mail o Telefono.

La vendita al pubblico, diretta, copre circa il 65% del fatturato, mostrando come il contatto one to one sia di fondamentale importanza per la cantina, dove i rapporti umani valgono più di qualsiasi altra cosa. Il prezzo non è una leva manovrabile facilmente, perchè si ritiene che un buon prodotto, una alta qualità, necessita di tempo, di energie, di lavoro e quindi il prezzo non è speculativo, ma reale, necessario al mantenimento dei più elevati standard qualitativi ed organolettici. La Cantina tra il 2006/2007 riscopre e mette in produzione il Vin Cotto, ricetta tradizionale della bassa mantovana, un prodotto esaltatore di sapori, che non copre, ma esalta i sapori. Un condimento che può sostituire l’Aceto Balsamico, che si abbina molto bene ai formaggi, ai tortelli mantovani. Un prodotto in cui il packaging si adatta anche per le cerimonie, gli eventi.

I prodotti della Cantina, mettono al centro le persone, i rapporti umani, la cooperazione. Non c’è solo vendita, c’è cultura, qualità, c’è l’uomo al centro di tutto il processo. Radici tradizionali, innovazione e legame con il proprio territorio che cresce insieme alle persone e alle aziende.

Una PMI, che fa la PMI, con attenzione alle persone, al territorio, ai legami, all’innovazione, al marketing, nel rispetto della riscoperta di ciò che già c’è o c’era sul territorio.

Www.cantinasocialequistello.it

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